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Mina - Rino

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2 note : Gianni Ferrio arrangia e dirige l'orchestra che accompagna Mina nell'album "Mina quasi Jannacci" del 1977, una collaborazione che si interromperà per oltre 23 anni prima di riannodarsi con l'evento "Mina in Studio". Di Jannacci Mina riprende e reinterpreta alcune pagine note e meno note dell'amico che all'inizio della carriera si era fatto notare soprattutto per le canzoni surreali e non-sense come "El purtava i scarp del tennis" o "L' Armando". L'autore intanto scriveva però anche canzoni "serie" e se il successo gli giunse con "Vengo anch'io" o "Ho visto un re" (scritte in collaborazione con Dario Fo) ci restano brani come "La sera che partì mio padre" o "E l'era tardi" che testimoniano una vena malinconica lontana dalla quella comicità surreale che col tempo è diventata la sua cifra specifica. Mina si accosta proprio di preferenza a questo lato del cantautore e a ben vedere, a mio avviso tralasciando gli aspetti più marcatamente comici ed ironici (cosa che invece non ha fatto la stessa col repertorio ad esempio di Renato Zero, troppo marcatamente segnato dall'impronta dell'autore per essere credibile ... ed in effetti l'esito più positivo lo si è raggiunto col brano "Ha tanti cieli la luna" poco noto ed universale, meno zerodipendente). A Mina questo lavoro non piacque, tanto che dopo la prima emissione l'album venne messo fuori catalogo e ristampato in digitale solo nel 2001. "Rino" (parole e musica di Enzo Jannacci) è una bellissima poesia in musica e Mina la rende unica così partecipata, così dolorosa con un passaggio da brividi al risuonare del nome Rino ... Il video è fatto "in casa" e per questo devo ringraziare mia sorella Mary Antony che si è prestata ad essere diretta da me con l'ausilio di mio nipote Dario. A loro questo video è dedicato ...
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