2 note : Dopo gli album-tributo dedicati a Battisti, Jannacci e ai Beatles, Mina reinterpreta nove brani di Renato Zero. «Ne è uscito un disco certo monografico [...] ma che somiglia piuttosto a un'antologia per la varietà di atmosfere» [Marinella Venegoni, "Mina canta Zero", La Stampa del 9 novembre 1999] forse dovuta alle canzoni scelte, come sempre, in totale libertà dalla Tigre e che vanno dallo Zero più provocatorio degli anni '70 a quello più "rassicurante" dell'ultimo periodo.
L'album di conclude con un brano meno celebrato e noto del cantante romano (consigliatole proprio dallo stesso Zero) "Ha tanti cieli la luna", che «concludendo il viaggio, inanella delirio gotico e spleen leopardiano [. In essa] Mina si fa elegiaca e perversa, trasognata e caustica nel ritrarre una luna da feuilleton, amica di lupi mannari, pescatori, malavitosi e jazzisti, ispiratrice e simbolo di sogni e ribalderie» [Cesare G. Romana, "La nuova Mina riparte da Zero", Il Giornale del 9 novembre 1999 ].
Nel n. 46 del settimanale Sorrisi e Canzoni TV del 1999, Renato Zero, entusiasta dell'omaggio di Mina alla sua musica, ha scritto una lettera per lei:
«Cara Mina, meraviglia. Incredulità. Iper-eccitazione. Sconquasso. Rigonfiamento delle coronarie. Non so descrivere il tipo di sensazione che provo ascoltandoti mentre, con disarmante naturalezza, ti vai impadronendo del mio pentagramma-pensiero e di quelle storie che credevo sarebbero rimaste esclusiva prerogativa del mio essere. Ma tu e io sappiamo di possedere il "NERO", colore-incolore. Un segno distintivo che ci rende simili per scelta molecolare ed epidermica. Un ingrediente indispensabile per sopportare noi stessi. Il nostro carattere bizzarro. La nostra insospettata fragilità. Ci siamo, perciò, piaciuti e riconosciuti subito. Prima madre, poi amica. Prima donna e poi complice. E adesso, prima di sostituire il pannolino, mi faccio coraggio e mi preparo ad affrontare "l'esame". Grazie per aver raccolto questa mia disordinata energia in dieci splendidi e significativi momenti. Per aver ridato smalto al mio tempo. Ma, soprattutto, per essere quella che sei. Così distante dall'effimero. Così vicina al senso vero dei rapporti umani e professionali. Dieci canzoni per ritrovarti. Per ritrovarmi. Una fortuna che molti ci invidieranno. "Così restiamo 'neri', ma sì! Per non mischiarci, se mai. Più nero c'è"... e più siamo... noi! Il tuo compagno di banco, Renato Zero».
«Questo non è il confronto tra il mito di Mina e altre assenze leggendarie, vicine e lontare (i Beatles senza Lennon, Battisti-Mogol senza Lucio), quindi un gioco di specchi che mira a rassicurare e stupire; è invece sedersi in cucina davanti a un barattolo di nutella, ridere e sporcarsi le mani. Sporcare le pagine scritte con parole nuove (in Profumi, balocchi e maritozzi). Essere complici assoluti» [Marco Mangiarotti, "Un'emozione: Mina canta Zero", Il Resto del Carlino del 9 novembre 1999].
La canzone scritta insieme a Stefano Senesi era stata incisa da Renato Zero nel 1989 per l'album "Voyeur".
L'arrangiamento è di Massimiliano Pani e i musicisti: Alfredo Golino (batteria), Charly Cinelli (basso), Massimo Moriconi (contrabbasso), Gogo Ghidelli (chitarre), Nicolò Fragile (solo di chitarra, tastiere e programmazione), Danilo Rea (pianoforte e Hammond). Cori: Manù Cortesi, Giulia Fasolino, Massimiliano Pani, Silvio Pozzoli.
L'album di conclude con un brano meno celebrato e noto del cantante romano (consigliatole proprio dallo stesso Zero) "Ha tanti cieli la luna", che «concludendo il viaggio, inanella delirio gotico e spleen leopardiano [. In essa] Mina si fa elegiaca e perversa, trasognata e caustica nel ritrarre una luna da feuilleton, amica di lupi mannari, pescatori, malavitosi e jazzisti, ispiratrice e simbolo di sogni e ribalderie» [Cesare G. Romana, "La nuova Mina riparte da Zero", Il Giornale del 9 novembre 1999 ].
Nel n. 46 del settimanale Sorrisi e Canzoni TV del 1999, Renato Zero, entusiasta dell'omaggio di Mina alla sua musica, ha scritto una lettera per lei:
«Cara Mina, meraviglia. Incredulità. Iper-eccitazione. Sconquasso. Rigonfiamento delle coronarie. Non so descrivere il tipo di sensazione che provo ascoltandoti mentre, con disarmante naturalezza, ti vai impadronendo del mio pentagramma-pensiero e di quelle storie che credevo sarebbero rimaste esclusiva prerogativa del mio essere. Ma tu e io sappiamo di possedere il "NERO", colore-incolore. Un segno distintivo che ci rende simili per scelta molecolare ed epidermica. Un ingrediente indispensabile per sopportare noi stessi. Il nostro carattere bizzarro. La nostra insospettata fragilità. Ci siamo, perciò, piaciuti e riconosciuti subito. Prima madre, poi amica. Prima donna e poi complice. E adesso, prima di sostituire il pannolino, mi faccio coraggio e mi preparo ad affrontare "l'esame". Grazie per aver raccolto questa mia disordinata energia in dieci splendidi e significativi momenti. Per aver ridato smalto al mio tempo. Ma, soprattutto, per essere quella che sei. Così distante dall'effimero. Così vicina al senso vero dei rapporti umani e professionali. Dieci canzoni per ritrovarti. Per ritrovarmi. Una fortuna che molti ci invidieranno. "Così restiamo 'neri', ma sì! Per non mischiarci, se mai. Più nero c'è"... e più siamo... noi! Il tuo compagno di banco, Renato Zero».
«Questo non è il confronto tra il mito di Mina e altre assenze leggendarie, vicine e lontare (i Beatles senza Lennon, Battisti-Mogol senza Lucio), quindi un gioco di specchi che mira a rassicurare e stupire; è invece sedersi in cucina davanti a un barattolo di nutella, ridere e sporcarsi le mani. Sporcare le pagine scritte con parole nuove (in Profumi, balocchi e maritozzi). Essere complici assoluti» [Marco Mangiarotti, "Un'emozione: Mina canta Zero", Il Resto del Carlino del 9 novembre 1999].
La canzone scritta insieme a Stefano Senesi era stata incisa da Renato Zero nel 1989 per l'album "Voyeur".
L'arrangiamento è di Massimiliano Pani e i musicisti: Alfredo Golino (batteria), Charly Cinelli (basso), Massimo Moriconi (contrabbasso), Gogo Ghidelli (chitarre), Nicolò Fragile (solo di chitarra, tastiere e programmazione), Danilo Rea (pianoforte e Hammond). Cori: Manù Cortesi, Giulia Fasolino, Massimiliano Pani, Silvio Pozzoli.
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- POP
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